Musicoterapia

musicoterapia-articolo-liberamente

La musicoterapia è una forma di linguaggio non verbale  e fra tutte le arti è quella che più direttamente si rivolge alla sensibilità, e più di ogni altra sembra consentire all’ individuo di immergersi in uno stato di rapimento e modificazione della coscienza.

La musicoterapia ha una storia antica ma un passato recente, infatti il suo riconoscimento quale attività professionale è avvenuto soltanto nel corso degli ultimi 50 anni.

Bisogna tener conto che i diversi momenti del suo sviluppo storico hanno dato vita ad altrettanti indirizzi terapeutici, o per meglio dire a diverse scuole, che evidenziano ora l’uno ora l’altro aspetto della musica nella pratica curativa.

Nella pratica educativa la musicoterapia è vista come stimolazione dello sviluppo globale dell’individuo nell’ ambito del processo di apprendimento, e viene inserita nel normale processo educativo e di apprendimento. Essa consiste nell’ utilizzo della musica come strumento dai cui componenti ( ritmo, ascolto, espressione corporea…) vengono ricavati tutti i fattori che, combinati in modo creativo, possono servire come canale di comunicazione per abilitare il bambino alla scoperta delle sue possibilità, e delle sue capacità e sensazioni e per favorire il suo sviluppo globale e la sua attitudine alla socializzazione.

E’ scientificamente provato infatti che il suono è in grado di riportare alla memoria particolari vissuti, anche inconsci, che consentono una sorta di regressione giungendo al ricordo di situazioni traumatizzanti che erano state rimosse, o periodi della vita caratterizzati da piacevolezza.

La  regressione costituisce un meccanismo di difesa dell’IO ed è una delle proprietà fondamentali della musicoterapia.

Spesso la musicoterapia viene definita come una attività i cui effetti sembrerebbero circoscritti a qualcosa di molto simile a ciò che una ninna nanna produce nel bimbo che si addoementa, una sorta di calmante.

Sebbene questo punto di vista, apparentemente riduttivo, è in ogni modo già una meraviglia e per spiegarne i meccanismi psicofisici occorrerebbero interi volumi, va in ogni caso evidenziato come la musicoterapia sia una tecnica più evoluta di quel che si crede.

Si rivolge a bambini, adolescenti, portatori di handicap e adulti.

Occorre una formazione completa, musicale e psicologica, sia in funzione di una diagnostica interpretativa che della terapia, poiché la musicoterapia funziona come una vera e propria psicoterapia pur non essendolo.

Il musicoterapeuta oggi in Italia opera nelle ASL, nelle scuole, negli istituti di riabilitazione, negli studi privati, da solo o in collaborazione con psicologi, medici e d altre figre sanitarie.

Tratta casi di sofferenza psichica e fisica che vanno dalla sindrome di down ai deficit o difficoltà percettive, d’espressione motoria, del linguaggio, emotive, fino alle alterazioni di personalità, all’autismo, al supporto per il risveglio dal coma.

E’ usata anche per promuovere l’autorealizzazione, per migliorare l’apprendimento, per facilitare il rilassamento e la riduzione dello stress.

La terapia può essere, di sostegno o mantenimento, evolutiva, risolutiva, a seconda che il tipo di problematica abbia radici nel genetico, in lesioni pre o post natali, nell’organico e/o nello psichico.

La musicoterapia polivalente è una tecnica molto flessibile.

Il musicoterapeuta polivalente conosce più tecniche operative e svolge un’ azione singola o integrata ad altre. La formazione su vari approcci psicoterapeutici permette di decidere di volta in volta quale possa dare risultati migliori in tempi più brevi, costruendo l’intervento terapeutico direttamente sulla persona, nel rispetto della visione olistica della medicina naturale. Nell’intervento musicoterapeutico rivolto ai bambini o preadolescenti predilige  un modello di intervento di tipo attivo (musicoterapia corporeosistemica) con conduzioni musicali simboliche, improvvisazioni, schemi e percorsi simbolici ritmico-motori, e solo a latere ascolti passivi . Sono previsti percorsi immaginativi archetipici standardizzati che, adoperati con modalità diverse dalla musicoterapia per adolescenti e adulti (Musicoterapia Simbolico – Immaginativa) vengono agiti, più che pensati, ed espressi in forma grafica. Ogni attività musicoterapeutica prende l’avvio da un’attenta lettura e comprensione dell’anamnesi e della diagnosi già esistente o in via di formazione da parte del professionista responsabile (medico generale, pediatra, neurologo, psicologo, psichiatra o altro). Il musicoterapeuta fa poi riferimento a particolari tecniche relative alla Musicoterapia Simbolica-Immaginativa e alla Musicoterapia Corporeosistemica, nel valutare le strutture simboliche della persona cui conformare l’intervento musicoterapeutico. L’attività musicoterapeutica comporta l’uso di materiali semplici quali strumenti musicali soprattutto di tipo percussivo (strumentario Orff), la voce e normali apparecchiature HI-FI, agendo in funzione dei contesti, sia sul singolo sia sul gruppo.

La musica nel sitting terapeutico è ascoltata, prodotta, elaborata in mille modi.